C’era sicuramente molta attesa per la presentazione dell’edizione numero 70 del Taormina Film Festival (che si terrà dal 12 al 19 luglio), la prima con la direzione di Marco Müller: un programma che, naturalmente, è nato in poco tempo, che presenta alcune prime mondiali e altre anteprime, che punta a riportare un tocco di internazionalità e interesse dall’estero (che già la presenza del direttore ha contribuito a ridestare), all’unione tra popolare e autorale (nell’ottica di “un cinema autorale che sa aprirsi al pubblico, ma anche di un cinema di genere che però ha uno sguardo autorale”, ha dichiarato Müller), guardando ad un pubblico giovane, all’aspetto multidisciplinare insito nel cinema, dando spazio ad una serie di eventi collaterali, incentrati soprattutto sulla musica.
Certo, un tentativo di cambiamento di passo, anche se la linea ancora necessita di maggiore definizione. Dalla platea stampa si evidenzia la mancanza del concorso, anche se il direttore anticipa che ci sarà il premio del pubblico, che servirà pure come feedback, come riscontro rispetto all’offerta.
I nomi internazionali ci sono, da Nicolas Cage (interprete del thriller-psicologico The Surfer di Lorcan Finnegan, che sarà presentato al Festival) a Sharon Stone, da Bella Thorne a Rebecca De Mornay (ma qualche altra sorpresa verrà svelata nei prossimi giorni), anche se sembra si punti più sul richiamo dei film, almeno per le produzioni rivolte ai più giovani, ovvero il film di apertura, l’horror statunitense Saint Clare di Mitzi Peirone, e l’action movie Twisters di Lee Isaac Chung, interpretato da Daisy Jessica Edgar-Jones. L’autoralità è assicurata dall’opera di Desplechin, con la prima mondiale di Filmlovers!, versione in lingua inglese di Spectateurs. E poi – anche in questo caso con una versione differente – Va savoir di Jaques Rivette, che, spiega Müller, diventa Va savoir + proprio perchè proposto in versione integrale inedita. Due film che rientrano nel Focus Mediterraneo (di scena al Palazzo dei Congressi), in un’ottica di sguardo sull’area di cui la Sicilia è parte integrante: il direttore artistico evidenzia, in questa sezione, il ritorno di Amos Gitai con Shikun, e la prima internazionale di From Ground Zero, opera collettiva firmata da 22 giovani cineasti palestinesi che hanno filmato la vita quotidiana a Gaza. Tra le prime in programma, anche Madame Luna, che il regista cileno-svedese Daniel Espinosa ha girato anche in Calabria, olre che in Sicilia.
Torna lo sguardo sul cinema siciliano, con Officina Sicilia, che, da una parte, offrirà uno spazio sulla recente serialità siciliana, e dall’altro un quintetto di prime mondiali (quattro opere prime e un’opera seconda): Quir di Nicola Bellucci, La bocca dell’anima di Giuseppe Carleo, Tre regole infallibili di Marco Gianfreda, Pietra madre di Daniele Greco e Mauro Maugeri e Il ladro di stelle cadenti di Francisco Saia. Anche autori siciliani già affermati “hanno voluto aprirsi a nuovi esperimenti, come l’interpretazione free-jazz di Tony Sperandeo nel nuovo film di Aurelio Grimaldi, La rieducazione, un’altra prima mondiale”. Sempre in questo spazio, una sottosezione “di cinema siciliano ritrovato, intitolata Ieri Oggi Domani, che vuole recuperare le opere più audaci del passato che annunciavano il cinema di oggi e quello che verrà, a partire da un omaggio alla leggendaria Panaria Film, fondata nel 1947 dal principe Francesco Alliata di Villafranca, di cui verranno presentate (con proiezione in pellicola dei film restaurati) alcune delle produzioni più importanti, tra cui le due versioni differenti, per lingua e montaggio, di Vulcano e Volcano (1952) di William Dieterle. Accanto alla riproposta delle opere dei più sorprendenti registi della Costa Est come Maria Arena e il collettivo catanese canecapovolto, il cinema siciliano in bilico fra fiction e documento viene esplorato attraverso la produzione autoriale di Costanza Quatriglio e i lavori dei giovani documentaristi del CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo. Particolarmente prezioso è l’ultimo dei non-fiction in programma, Diario di Guttuso, un itinerario-mosaico che ricostruisce la vita di Guttuso attraverso luoghi amici e quadri, un lavoro televisivo del 1982 che già annuncia la cifra personalissima del Premio Oscar Giuseppe Tornatore. Il festival, inoltre, vuole rendere omaggio a uno dei coraggiosi protagonisti del cinema fatto da chi vuole “restare a Sud”, il produttore Gaetano Di Vaio, scomparso di recente: Largo Baracche, documentario che lo stesso Di Vaio girò giusto dieci anni fa sui ragazzi della “Napoli di Gomorra” e Tre regole infallibili di Marco Gianfreda, l’ultimo film che Di Vaio aveva prodotto con la sua Bronx Film.
Inoltre, due eventi speciali: il monologo interpretato da Toni Servillo dall’opera seconda di Mario Martone, il mediometraggio Rasoi, e il restauro in 4K di Picnic at Hanging Rock, il capolavoro che impose, ormai quasi 50 anni fa, proprio a Taormina, il regista australiano Peter Weir”.
E poi la commedia, nel solco della rom-com americana, tentando di evidenziare quanto venga prodotto in Italia in questo genere, forse meno percorso nel nostro Paese: è il caso di L’invenzione di noi due di Corrado Ceron con Lino Guanciale, Silvia D’Amico e Paolo Rossi e Finché notte non ci separi di Riccardo Antonaroli, interpretato da Pilar Fogliati, Filippo Scicchitano, Valeria Bilello, che chiuderà la rassegna.
Commedie che, oltre ai citati Saint Claire, Twister e The Surfer, faranno parte della sezione Gala, che si svolgerà al Teatro Greco (“il polmone del Festival, perchè gli permette di respirare al ritmo dei luoghi”, lo ha definito Müller): tra le opere in programma, anche Il giudice e il boss, che il regista di Placido Rizzotto, Pasquale Scimeca, dedica alla memoria di un eroe dell’antimafia come Cesare Terranova; e la rom-com con il britannico-islandese Touch, diretto da Baltasar Kormákur e interpretato dalla modella e cantante giapponese Kôki.
Come si diceva, infine, le giornate del Festival saranno punteggiate da una serie di eventi collaterali, dedicati in particolare alla musica: dalla proiezione del documentario La Montagne Infidèle di Jean Epstein, con il commento musicale dal vivo del pianista Omar Sosa, al concerto per il centenario della morte di Giacomo Puccini dedicato a Tosca; dall’esecuzione delle colonne sonore che Carlo Crivelli ha composto per i film di Ficarra e Picone, che parteciperanno all’evento, al tributo alle più grandi colonne sonore; dallo spettacolo L’amore segreto di Ofelia con Chiara Francini e Andrea Argentieri all’omaggio a Maria Callas.
Guardare alla storia di questo festival per pensare al futuro: questo, dunque, il punto di partenza di Müller. E, in quest’ottica, anche il ritorno dei Nastri d’argento, con una parte dei premi, quelli dedicati ai migliori attori di film commedia, ovvero Pilar Fogliati e Maurizio Lombardi, alcuni premi speciali, come quelli a Carlo Verdone e Christian De Sica (ed altri che verranno annunciati successivamente) e i premi Manfredi, che verranno consegnati nella serata di apertura.
Ma, oltre ai Nastri, un obiettivo è anche quello, nel futuro, di riportare al Teatro Greco anche i David di Donatello.
P.S. Durante la conferenza stampa si è più volte parlato di funzione attrattiva dell’evento anche in chiave turistica. In quest’ottica forse sarebbe stato necessario – anche per gli addetti ai lavori – avere già disponibile il calendario giornaliero degli appuntamenti del festival, anche sul sito.