Qualunquemente, comunquemente….resta sempre il migliore! Antonio Albanese è un grande attore, nel senso più completo della parola. E’ più di una maschera, è un artista che riesce, con un semplice cambiamento di tono, di gestualità, di mimica, a diventare uno dei suoi divertentissimi personaggi comici o a destare commozione, a coinvolgere nelle sofferenze dell’uomo di oggi. Ed è poi lui, Antonio Albanese, sè stesso, un uomo di grande intelligenza, acume e spirito, che riesce a trasferire in ciò che fa. Con professionalità, umiltà, entusiasmo.
Incontrare Antonio Albanese, dunque, è incontrare sicuramente un grande. Uno dei migliori attori che abbiamo oggi in Italia. Ed è naturalmente (forse con lui è meglio non usare tanti avverbi….) anche un momento di incontenibile divertimento, per le immancabili battute, per quel suo modo di porsi con i giornalisti sempre ironico, mai distaccato, nonostante la stanchezza ed il sole cocente.
Incontriamo Antonio Albanese il giorno del suo ultimo ciak in Calabria del film “Qualunquemente”, la pellicola con cui porta sul grande schermo il suo personaggio più famoso, quel politico calabrese che in realtà, come egli stesso spiega, è paradigmatico di una condizione più generale. “Cetto La Qualunque siamo un po’ tutti noi”, afferma l’attore, che in questa occasione è stato nuovamente diretto da Giulio Manfredonia (il quale ci anticipa che intende girare un altro film in una regione del sud). Questa di Cetto, aggiunge, “è una rappresentazione iperrealista. Sei anni fa, quando è nato il personaggio, sono stato criticato da alcuni perchè mi dicevano ‘figurati se la politica si avvicina al sesso in quel modo…’. Adesso Cetto ormai è un moderato!”.
“Sarà una delle prime rappresentazioni comiche, ironiche, di un certo tipo di politica, di furbizia, di cinismo, di malvagità. E’ una scommessa”, prosegue Albanese.
“Castigat ridendo mores” è il suo credo: insomma, dire le cose attraverso la mediazione della comicità. Il modo migliore per fare riflettere. “Non vogliamo dare messaggi, cerchiamo di rappresentare una realtà che per tre quarti non viene rappresentata. L’arte deve raccontare il suo tempo”.
Ma “è anche una dimostrazione d’amore per la nostra terra, una grande dimostrazione d’affetto. Una grande dimostrazione verso il mio sud, io sono di origine siciliana”.
Albanese magnifica poi il territorio calabrese e, infine, sollecitato da una domanda, non manca di fare una battuta a proposito del ponte sullo Stretto, vestendo i panni del suo personaggio: “c’è un progetto, infattamente il pensiero è di realizzare un sogno, innanzituttamente, che è quello di costruire un ponte di pilu, con una corsia di peluche per tutti gli amici, e questa è una promessa promessamente, fidatevi di Cetto La Qualunque, qualunquemente”.