NUOVO OLIMPO – Un bel ritorno al passato per Ferzan Ozpetek questa sua nuova opera, presentata alla 18ma Festa del Cinema di Roma. Un melò che ricorda anche un po’ Almodovar ma con il personalissimo stile del regista turco, naturalizzato italiano. Ispirato ad una storia vera ed autobiografica, il film ci racconta di Enea e Pietro e della loro storia d’amore nel corso di 30 anni. Si parte dalla fine degli anni 70, quando i due si incontrano casualmente al Nuovo Olimpo, un cinema di Roma dove si proiettano vecchi classici del cinema italiano, ma anche un punto di ritrovo per gli omosessuali dell’epoca, in cui possono incontrarsi clandestinamente. E dopo una prima parte descrittiva, si va avanti negli anni 90 e poi nei 2000, seguendo le vite e le carriere personali dei due protagonisti, che intanto diventano uno regista di successo e l’altro affermato chirurgo. Non racconteremo altro per non spoilerare di più su questa bellissima storia d’amore, resa magnificamente da Ozpetek come solo lui sa fare, quando si tratta di sentimenti. E se le ambientazioni della Roma del 1978 sono perfette, i costumi delle varie epoche accuratissimi, la fotografia di Corticelli calda e luminosa e la colonna sonora di Andrea Guerra brillante, coinvolgente e inframmezzata da stupende canzoni (Mina – anche con la sua recente “Povero amore” sui titoli di coda – ma anche la Vanoni, Aznavour e molti altri), sono i personaggi e i loro interpreti a farla da padroni. Ozpetek è sempre stato un ottimo direttore di attori, al punto da rendere perfetti e credibili i due esordienti Damiano Gavino e Andrea Di Luigi, capaci di restituire in mille sfumature diverse i protagonisti e i loro sentimenti. Ma a loro affianca tre attrici straordinarie, Luisa Ranieri nel ruolo di Titti, la cassiera del “Nuovo Olimpo”, Greta Scarano che interpreta la moglie di Pietro e soprattutto la giovane Aurora Giovinazzo, straordinaria come amica del cuore e sceneggiatrice di Enea. Tanti i momenti autobiografici, come quando ad una conferenza stampa viene chiesto al regista perché metta sempre tanti omosessuali nei suoi film e lui risponde “Non sono io che li metto, sono gli altri che li tolgono”. E tante le citazioni e le autocitazioni, dai film con Anna Magnani a Fellini, alle tavolate ormai marchio di fabbrica di Ozpetek. E se le prime scene sono a volte un po’ più spinte del solito, ma necessarie a rendere l’idea della enorme passione tra i due ragazzi, la vicenda poi prosegue tra poesia e tenerezza, fino alla commozione. E alla fine di questo grande omaggio all’amore e al cinema , rimane in testa la solita vecchia domanda: è la vita che somiglia a un film o sono i film che somigliano alla vita? “Nuovo Olimpo” sarà su Netflix dal 1 novembre.
Francesco Arcudi