“Indiana Jones e il quadrante del destino” – Seconda serata del Taormina Film Fest, quella più attesa dai fans della saga di Indiana Jones. In un teatro greco gremito in ogni ordine di posti come ai tempi d’oro, ma con un pubblico irrequieto a causa del grosso ritardo, abbiamo assistito all’anteprima italiana dell’ultimo film della saga. Presentato da Fabio Rovazzi (?), accolto da fischi e proteste del pubblico irritato dal ritardo, ecco sul palco il cast del film: Mads Mikkelsen, Phoebe Waller Bridge e naturalmente Harrison Ford. E dopo qualche domanda e un suggestivo video circondato da veri fuochi d’artificio, “il quadrante del destino” ha avuto finalmente inizio. Si parte con un’avvincente prologo ambientato negli anni 40 in cui un Indy Jones quarantenne (sempre Ford credibilmente ringiovanito con la CGI) che combatte contro i nazisti capitanati dal malvagio Dottor Voller (un Mikkelsen da applausi) che vogliono appropriarsi dell’appena ritrovato quadrante del destino creato da Archimede. E si salta alla fine degli anni 60 a New York durante i festeggiamenti per l’allunaggio da parte di Armstrong e company, quando il professor Indiana Jones va in pensione dall’università. Anziano, solo, abbandonato dalla sua Marion dopo aver perso un figlio in guerra, il nostro non ha nemmeno il tempo di pensare al riposo che riceve l’inaspettata visita della sua figlioccia Helena, figlia del suo caro amico Basil Shaw, ossessionato dal famoso Quadrante del destino, che lo coinvolge in una rocambolesca avventura alla ricerca del suddetto aggeggio in giro per il mondo, da Tangeri alla Grecia fino alla Sicilia dove tra un inseguimento e l’altro si arriverà all’epilogo. Niente di nuovo, certamente, ma la brillante sceneggiatura, la scoppiettante regia di James Mangold e il ritmo serrato fanno di questo ultimo (ultimo?) capitolo un godibile divertimento per i vecchi fans e quelli dell’ultima ora. E se il personaggio di Phoebe Waller Bridge (sempre efficace) è adattato ai nostri giorni, una donna forte, autonoma, scaltra e sicura di sè, il nostro professor Jones è un uomo della sua età, che – pur tra una corsa a cavallo per le strade di New York e un inseguimento in auto per le strette strade di Tangeri, mostra gli acciacchi del tempo, grazie al solido mestiere di un Harrison Ford che pare ancora divertisti molto ad interpretarlo. E poi c’è una bella fetta di Sicilia, mirabilmente immortalata nella parte finale del film, con il pubblico in sala che ovviamente applaudiva all’arrivo dei personaggi nella loro terra. Il film si chiude con un “ritorno a sorpresa” e un finale dolce che ben si addice all’età del protagonista. “Indiana Jones e il quadrante del destino” esce in tutta Italia dal 28 giugno.
Francesco Arcudi