IL MIO POSTO È QUI – Calabria, 1946. In un piccolo paese, all’indomani della guerra, Marta è una ragazza madre malvista dai suoi compaesani. Perdutamente innamorata di Michele, amico d’infanzia, qualche hanno prima ha commesso l’errore di cedergli, sicura di sposarlo appena lui fosse tornato dalla guerra. Ma il ragazzo è dato per disperso e ora la giovane deve badare da sola al suo piccolo Michelangelo, sopportando lo scherno dei compaesani e i continui rimproveri della sua modesta famiglia. Quando Gino, vedovo benestante e già padre di due ragazze, si offre di sposarla, la famiglia non sente ragioni e convince la figlia al matrimonio riparatore. Durante i preparativi delle nozze, Marta è costretta a collaborare con Lorenzo, il sagrestano omosessuale, detto “l’uomo dei matrimoni”, che lei non vede di buon occhio, come tutti, a causa dei pregiudizi su di lui. Ma tra queste due anime solitarie e discriminate dalla società si creerà una sincera amicizia, che porterà Marta a scoprire un sottobosco che nemmeno sospettava esistesse ma le farà capire anche, grazie a Lorenzo, che anche una donna può avere dei diritti e cercare di cambiare la propria vita. Una storia poetica e coraggiosa, tratta dall’omonimo romanzo della sceneggiatrice Daniela Porto, coregista del film con il marito Cristiano Bortone, dai due diretta con mano delicata ma sicura e splendidamente fotografata dal giovane ma promettente Emilio Maria Costa. I due straordinari interpreti principali sono Ludovica Martino, amatissima dai giovani grazie a prodotti Netflix di successo come “Skam” e “Sotto il sole di Riccione”, e Marco Leonardi, attore di ormai trentennale esperienza in Italia e all’estero (da “Cinema Paradiso” a “Come l’acqua per il cioccolato”, da “Dal tramonto all’alba” ad “Anime nere”). E se Leonardi, con le sue origini calabresi può sembrare più a suo agio con i dialoghi del film (quasi tutto in dialetto), la Martino dà prova di una grande maturità attoriale non solo con il suo bel viso davvero espressivo, ma anche con la padronanza del dialetto, acquisita con tre mesi di studio, che conferisce credibilità e naturalezza alle sue battute. Entrambi regalano ai loro personaggi tante piccole sfumature che rendono gli spettatori empatici nei confronti di queste due anime costrette dalla vita a tante lotte e dolori. Il film affronta un tema attualmente “caldo” come i diritti delle donne e la lotta al patriarcato, ma ne tocca anche tanti altri, come il pregiudizio, l’emarginazione dei diversi, l’influenza della religione cattolica e così via. Girato esattamente un anno fa a Gerace in Calabria, con due settimane di riprese finali in Puglia, e il sostegno delle due film commission regionali, il film è stato presentato al Bif&st di Bari, vincendo ben due premi: il premio Giuliano Montaldo per la miglior regia a Daniela Porto e Cristiano Bortone, e quello Mariangela Melato per la miglior attrice alla giovane ma già molto matura Ludovica Martino. Una bella storia di crescita e di riscatto, che uscirà in tutte le sale giovedì 25 aprile, distribuita da Adler.
Francesco Arcudi