È un appuntamento imprescindibile per i cinefili italiani, un racconto quotidiano del cinema, che arriva a tutti, con un linguaggio mai snobistico o “intellettualistico”, semplice ma mai semplicistico, intelligente e ironico: “Hollywood Party”, la storica trasmissione di Radio3, compie trent’anni e li festeggia con una puntata speciale – dedicata al rapporto che la Rai ha avuto con il cinema – che andrà in onda in diretta su Radio3, e in streaming video su RaiPlay, giovedì 18 aprile, dalle 19 alle 21. Tanti gli ospiti che saranno protagonisti di questo evento: da Paolo Sorrentino, con il produttore Nicola Giuliano, a Francesco De Gregori, da Vincenzo Mollica a Liliana Cavani, passando per Vanessa Scalera, Pilar Fogliati, Anna Foglietta, Enrico Vanzina, Pivio, Stefano Mainetti, Alessandro Papotto, l’amministratore delegato di Rai Cinema, Paolo Del Brocco, e Alberto Barbera, che è stato anche uno dei primi conduttori della trasmissione.
“Hollywood Party” esordì il 18 aprile del ’94, voluto dall’allora direttore di Radio Rai, Aldo Grasso, e curato da Silvia Toso: la prima puntata venne condotta da Steve Della Casa, Enrico Magrelli, David Grieco e dal già citato Alberto Barbera. Ma, negli anni, sono tanti i conduttori che si sono alternati e che si alternano tutt’oggi ai microfoni della trasmissione (curata in seguito da Francesca Levi e Maddalena Gnisci), tra cui Alberto Crespi, Alessandro Boschi, Dario Zonta, Miriam Mauti, Roberto Silvestri, Luca Bandirali, Claudio De Pasqualis (ovvero Efisio Mulas). A questi si aggiungono, poi, registi, autori, attori, che hanno assunto temporaneamente il ruolo di co-conduttori, aggiungendo la loro visione cinematografica ad una trasmissione unica e ormai iconica.
Una grande storia, un grande archivio realizzato in questi 30 anni: ma “Hollywood Party” guarda al futuro e rilancia. Le novità, insieme alla serata speciale, sono state presentate questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, da Steve Della Casa, dal direttore di Rai Radio 3 Andrea Montanari, e da Stefania Ulivi, una delle new entry alla conduzione del programma.
Dopo aver sottolineato l’unicità della trasmissione, con la sua presenza in palinsesto in modo continuativo e con il suo linguaggio che arriva a tutti (“caratteristica propria di “Radio3”), Montanari ha spiegato come si rilancerà nel futuro: ““Hollywood Party” vuole avere antenne che le consentano di guardare i cambiamenti. Abbiamo deciso, quindi, mantenendo tutto, di fare però un’intensificazione editoriale rispetto ad alcuni argomenti, come linguaggi, tecnologie e cinema giovane”.
E dunque, il lunedì il programma diventa “Hollywood Party factory”, ovvero si parlerà di innovazione insieme alle scuole di cinema, “un lab, una specie di workshop, nel quale i giovani che si stanno formando si confrontano con chi già è operativo. Questo tipo di approccio ha funzionato bene con un’altra trasmissione storica di Radio3 come “La Barcaccia””. Il martedì, mercoledì e giovedì “la trasmissione avrà il suo aspetto più tradizionale, anche se con nuove iniziative e idee: il sottotitolo sarà “Ritorno al futuro” e tra le novità, una breve recensione dei film”; venerdì, invece, il sottotitolo sarà “L’avventura del cinema”, ovvero puntate monotematiche.
“Sperimentazione e pubblico giovane” i cardini della nuova trasmissione del lunedì, “alla quale mi sto molto dedicando”, aggiunge Steve Della Casa. “Cambiare un po’ ogni tanto fa bene. Quello che non cambierà mai è la mia squadra, che è il top”. E parla proprio di quanto realizzato da questa squadra in questi anni, della storia di questa trasmissione, partendo da quando fu chiamato, insieme a Barbera, per dare il via a questo progetto: “Credevamo, quando ci hanno chiamato, che fosse uno scherzo”. “Ai festival – sottolinea – abbiamo sempre un pubblico che ci viene a seguire”. E proprio l’aspetto relativo al pubblico viene evidenziato anche da Stefania Ulivi: “Gli ascoltatori sono una comunità larghissima, è radicata in un Paese che si è alimentato di cinema da sempre. Questa trasmissione non è solo interviste, personaggi, racconto, ma tutte queste cose insieme. Il cinema crea parola, ritorna alla parola, non ci basta vederlo, ma vogliamo parlare, ascoltare. Credo che “Hollywood Party” lo sappia fare in maniera davvero unica. E che ci siano margini per essere sempre nel presente, con le radici nel passato”.
A fare la differenza, in questi anni, viene ancora rimarcato, è il linguaggio utilizzato: “Due sono le cose fondamentali che evitiamo – dichiara Della Casa – : usare il “difficilese”, termine coniato da Claudio G. Fava, e le domande più lunghe delle risposte”. “Penso che siamo dei fortunati – spiega ancora -, parliamo di ciò che ci piace: la cosa principale quando si ha a disposizione un microfono che parla in tutta Italia, che può arrivare dappertutto, è parlare in maniera non criptica. Il linguaggio è stata una delle dannazioni della critica italiana. La nostra critica spesso è autoreferenziale, cosa che non sopporto” (ma non è l’unico, dato che, aggiunge, “è un altro dei tratti comuni di noi che conduciamo”).