Alla Festa del cinema di Roma abbiamo intervistato Gianni Di Gregorio, sceneggiatore, attore e regista che presenta fuori concorso il suo nuovo lungometraggio “Astolfo”, che segue di tre anni il suo acclamato “Lontano lontano”.
Gianni, i tuoi film narrano sempre piccole storie di vita comune, e sempre sul filo dell’ironia….
“Sì, l’ironia è la mia chiave di vedere la vita. Non potrei mai fare un film, che so, di guerra, finirebbe per essere divertente”.
Per la prima volta affronti una storia d’amore, nella terza età, sempre con il pudore che la contraddistingue.
“Sì, sì certo con pudore, ero preoccupatissimo! Anzi Stefania Sandrelli mi ripeteva “Ma sì, se anche dobbiamo darci un bacetto io non mi creo problemi” (ride). Poi lei è cosi bella, brava e alla mano che tutti eravamo innamorati di lei sul set. Anzi, ho pensato che se avessi avuto quarant’anni in meno… chissà… magari sarebbe davvero successo qualcosa tra di noi… ”
La vicenda che racconti è totalmente inventata o c’è qualcosa di autobiografico?
“Certo che c’è! Lo spunto me lo ha dato una vecchia casa di famiglia che possiedo in Abruzzo. Ora è diventata inagibile dopo il terremoto, ma prima sono stato lì tre mesi e questo mi ha dato l’idea del film”.
Nei tuoi film ci sono sempre dei personaggi simpaticissimi ma “sopra le righe”, anche questi sono veri, almeno in parte?
“Certo anche questa storia è vera. Lì in quella casa in Abruzzo c’era un tipo che si era “insediato”, un altro che ci portava da mangiare e spesso si fermavano li a giocare a carte”.
Insomma storie di vita vera per un regista che sa sempre divertire con infinita grazia.
Francesco Arcudi