Il film d’apertura della 80ma Mostra del Cinema di Venezia, è il nuovo progetto del regista Edoardo De Angelis (“Indivisibili” e “Il vizio della speranza”). È la storia – forse non abbastanza nota – di Salvatore Todaro, che nel 1940 durante la Seconda Guerra Mondiale decise di portare in salvo sul suo sommergibile decine di soldati nemici. Alberto Barbera non avrebbe potuto scegliere di meglio per aprire il festival più importante d’Italia, trattandosi di un film dal sapore decisamente patriottico. Un’opera complessa, probabilmente necessaria, allestita con mezzi notevoli ma non perfettamente riuscita. Nonostante l’impegno massimo dell’impeccabile Pierfrancesco Favino, ma anche dell’intero cast, soprattutto del suo “secondo” (il caratterista napoletano Massimiliano Rossi), lo svolgimento dell’opera risulta spesso didascalico e fin troppo retorico, non esente da una serie di cliché (il cuoco ovviamente napoletano, che per di più suona al mandolino “O surdato nnamurato” con il coro di tutti i marinai), per non parlare del solito “voice off” che accompagna tutto il film. I mezzi però si vedono eccome: il sommergibile è stato realizzato a grandezza naturale e la regia altrove convenzionale di De Angelis ha qui dei guizzi molto interessanti, dalla primissima scena del “tuffo” ripresa in soggettiva. Un film che piacerà al grosso pubblico e che dà il giusto riconoscimento a un eroe della nostra storia, ma anche un’occasione mancata per un’opera che poteva risultare più compiuta ed equilibrata. Il film esce in sala il primo Novembre.
Francesco Arcudi
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