Un altro talento calabrese protagonista del mondo della recitazione: parliamo di Caterina Mannello, nata a Badolato ma ormai a Roma da molti anni, attrice attualmente sul grande schermo con il film del reggino Demetrio Casile, “Melina. Con rabbia e con sapere”, ma dal 2 dicembre anche sul piccolo schermo, nella nuova serie “L’isola”. E non solo: tanti impegni per Caterina, che è anche insegnante di recitazione presso Teatro Azione, a Roma, dove si è formata.
Ma partiamo dalla pellicola, presentata recentemente a Reggio: qual è il tuo personaggio nel film di Casile e cosa ti ha attratto di più sia del ruolo che del film?
Nel film “Melina. Con Rabbia e con Sapere” sono Antonia, la madre della giovane Melina, la protagonista (Giovanna Cacciola). E’ sicuramente stato per me molto affascinante lavorare su una donna del sud, che seppur giovane è già madre di una figlia sedicenne ed è ancorata ad un sistema di valori arcaici della nostra terra. Nonostante questo però Antonia porta un elemento di modernità. Cioè non giudica la figlia per il suo essere così diversa da lei e il volere cose nuove rispetto alla sua provenienza, come fanno alcuni personaggi del paese, ma anzi, la incita a studiare per diventare una scrittrice e realizzare il suo sogno. Sarà complice, ad insaputa della figlia, nello spedire il suo romanzo ad una casa editrice che lo pubblicherà. Ecco, per me è stato molto importante mettere insieme questi due aspetti, le origini e l’apertura verso il nuovo.
Il film mi è piaciuto subito per il messaggio che porta: è un invito ai giovani a realizzare i loro sogni, facendo azioni ogni giorno perché questo accada. Inoltre il film tocca con molta delicatezza il tema della cultura omertosa che Melina affronterà contro la volontà di tutti. Per questo messaggio il film verrà distribuito in tutte le scuole da AGIS scuole.
Un ritorno nella tua terra per questo impegno cinematografico, dopo quello de “Il volo” con Wenders: cosa ti è rimasto di questa esperienza con questo grande regista?
E’ un regista che ringrazio molto per l’opportunità che mi ha dato di lavorare su un suo set. Un set internazionale dove si parlava tedesco, inglese, francese. Ho visto realizzarsi il teatro nel cinema per la cura del disegno luci e per l’attenzione alla costruzione della relazione tra i personaggi.
E, appunto parlando di film girati in Calabria, qual è il tuo legame con la tua regione d’origine?
E’ un legame sicuramente forte e non privo di conflitti. Mettere insieme la mia esperienza d’attrice e portarla in questa terra non è semplice, ma è quello che sto cercando di fare con i miei progetti di teatro e cinema. Non è un caso che gli ultimi miei lavori rivolgano l’attenzione a temi che, secondo il mio punto di vista, interessano il sud.
Cinema, ma anche teatro e tv, e non manca l’insegnamento: quanto è importante trasferire agli altri la propria competenza ed esperienza?
E’ un’enorme ricchezza. Non smetterò mai di ringraziare i miei allievi per quello che mi danno e mi insegnano. Per le difficoltà che incontrano nel percorso, per come si mettono in discussione, per la gioia nel vederli raggiungere i risultati della loro maturità artistica.
Quali nuovi impegni ti attendono?
Da domenica 2 Dicembre, sarò in 5 delle 12 puntate del film per la televisione L’Isola, diretta da Alberto Negrin e prodotta dalla Palomar di Carlo Degli Esposti. Il film racconta la storia di Tara Riva (Blanca Romero), il comandante della Guardia Costiera dell’isola d’Elba. La caduta in mare di un aereo fa sì che si apra un’indagine dalla quale vengono scoperte delle strane attività sottomarine.
Nel film sono Bianca Pisacane, direttrice di una casa famiglia. Bianca è un personaggio della quotidianità, un’educatrice, una maestra che porta in scena temi e problemi della realtà di chi fa questo lavoro. E’ una persona che potremmo incontrare nella vita di tutti i giorni, con le sue difficoltà e con dei sentimenti buoni.
Infine, approderai presto anche alla regia cinematografica e la Calabria sarà protagonista
Si, hai detto bene, in qualche modo la vera protagonista del film sarà questa terra, con la sua coralità e la sua solitudine, con il suo bello a volte segreto e nascosto, il suo brutto spesso messo in mostra e con germogli nuovi che stanno maturando. Giulia D’Intino, sceneggiatrice, mi accompagna in quest’opera prima.