Un viaggio coloratissimo, a metà tra musical e sit-com (per la caratterizzazione dei personaggi e le ambientazioni, oltre che per situazioni e storie), più che altro un “divertissement”, al di là del tema importante, che pure è la traccia del film, ovvero la lotta alla censura: perchè, alla fine, ciò che resta di “Ballo ballo” (visibile su Amazon Prime), è proprio il gusto per le canzoni, per le coreografie, ma soprattutto l’omaggio ad una icona che è “nostra”, ma che in realtà – come dimostra questo film spagnolo, firmato da Nacho Alvarez – è di tutto il mondo. Raffaella Carrà e le sue canzoni, la sua verve, il suo talento, sono i veri protagonisti di questo film: un musical che è (come lo era “Mamma mia”, solo con una storia, una struttura drammaturgica più solida e meglio articolata) una base per unire i successi della Carrà e cristallizzarne su pellicola (pardon, su supporto digitale) il mito. Mito che, sul finire del film, si rivela in un simpatico cameo, mentre le note delle sue hits, da quella che dà il titolo al film, a “Luca”, a “0303456”, all’immancabile “Tuca tuca” risuonano a punteggiare i momenti della storia (canzoni doppiate in italiano, ma che, però, è un po’ strano seguire sul labiale in spagnolo). “Mi è piaciuto moltissimo come Nacho Álvarez ha lavorato sulle musiche, sono inserite in un modo davvero sorprendente nel film”, dichiara Raffaella Carrà. “Gli attori sono tutti bravissimi, la storia è divertente e riesce a raccontare con leggerezza un periodo storico di grande cambiamento. Nacho è stato davvero fantastico nel dirigere questo film. Sentire le mie canzoni cantate da un’altra persona mi ha dato una strana, ma allo stesso tempo piacevole, sensazione… e poi le musiche sono davvero straordinarie e si percepisce anche una forza incredibile attraverso l’intero film, che ti attraversa e riesce ad arrivarti dritta al cuore!”.
Un omaggio, dunque, che qualcuno si chiede come mai non sia partito dall’Italia, ma che, in ogni caso, fa piacere sia stato realizzato. Un allegro – all’inizio esilarante, poi via via più consueto – percorso tra storie d’amore, censure all’interno di una tv, invidie e arrivismo e il classico lieto fine. E poi, per i fan di una serie culto degli anni 2000 come “Paso adelante”, è sempre bello rivedere sullo schermo un altro mito come Natalia Millán (che nella serie aveva il ruolo di Adela). Ultimo, ma non ultimo, aspetto: gli anni ’70, che tornano anch’essi iconici, come musica, arredamento, stile, moda. Forse non è un caso che anche nelle serie tv si riscontri questo trend, a partire da una fiction che tratta proprio di moda, come “Made in Italy”. Tra ’70 e ’80, tra cinema e tv, uno sguardo al recente passato, forse quello più ricco di creatività artistica e che, dunque, torna sempre.