RaiPlay da qualche tempo si sta rivelando una piattaforma che poco ha da invidiare a colossi come Netflix o Amazon Prime. A parte l’imponente archivio delle TecheRai con la storia del varietà televisivo e degli sceneggiati dagli anni 50/60 in poi, oggi il network offre ai suoi utenti tantissimi film, vecchi e nuovi. Tra questi ultimi ci piace parlarvi oggi di una piccola opera, “Abbi Fede”, sorprendente esordio dietro la macchina da presa dell’attore Giorgio Pasotti (che in realtà aveva già diretto alcuni cortometraggi). Remake dello svedese “Le mele di Adamo” del 2005, il film racconta l’originale vicenda di Adamo (uno strepitoso e insolito Claudio Amendola), taciturno malvivente neonazista – con tanto di svastica tatuata sulla nuca e foto di Mussolini appesa sul letto – che appena uscito di galera deve continuare a scontare la sua pena presso la strana comunità di Padre Ivan (Pasotti stesso), prete dalla fede granitica e dall’esagerato ottimismo. Nella chiesetta/comune in Alto Adige in cui oltre al sacerdote vivono un ex sciatore alcolizzato, un ex terrorista islamico e una donna problematica, lentamente dal dialogo tra questi strambi personaggi iniziano ad avvenire dei miracoli, tanto che alla fine dalle mele marce dell’albero affidato ad Adamo potrà nascere un ottimo strudel. Film dolceamaro, a tratti grottesco, “Abbi Fede” mantiene alta dall’inizio alla fine la tensione e attenzione dello spettatore, e dall’eterno contrasto tra il bene e il male (in questo caso rispettivamente di Ivan e di Adamo) verrà fuori la verità, quella triste, sopita nell’anima e nella memoria di Ivan e quella dimenticata da Adamo. Pasotti regista ha il merito di seguire con affetto i suoi personaggi senza mai giudicarli, instillando nello spettatore (e in Adamo) il dubbio, anzi la certezza, che in ogni male c’è un po’ di bene e viceversa. E se Pasotti attore è straordinariamente bravo nel restituire un personaggio dall’irresistibile erre moscia che vede il bene ovunque a qualunque costo, Claudio Amendola è la vera rivelazione del film: perfetto fisicamente, mai così cattivo, espressivo, diverso da tutti i suoi soliti ruoli, credibilissimo nel tratteggiare il suo personaggio disilluso di un uomo che non crede più a niente. Ma non possiamo non menzionare gli altri interpreti, i membri della strana comunità di padre Ivan ma soprattutto il cinico medico siciliano trapiantato in Alto Adige del sempre efficace Roberto Nobili, grande caratterista. “Abbi Fede” è una sorpresa nel recente cinema italiano, un film originale e coraggioso che meriterebbe una maggiore visibilità, e che – anche se chi scrive avrebbe tagliato gli ultimi 5 minuti, facendolo concludere sulla panchina dove si ritrovano i due protagonisti – ti lascia quel suo dolceamaro in bocca costringendoti a pensare. E per il cinema italiano di oggi non è poco!
Francesco Arcudi