“Il Natale Live 2019 de “Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria, dopo ben 12 incontri tenuti in Basilicata e a Reggio Calabria e provincia, si conclude, come da tradizione ventennale, nella vicina Sicilia.
Il presidente Giuseppe Livoti ricorda “come l’appuntamento di chiusura eventi natalizi soprannominato “Presepiando” è una caratteristica del sodalizio reggino, che con il tempo e gli anni ci ha condotti a vedere le più belle realizzazioni dell’Italia del Sud, facendoci assaporare il gusto e la bellezza del presepe storico attraverso la rievocazione del regionalismo degli stili. Due le tappe che i soci Muse faranno il 5 gennaio, con scambi culturali tra diverse realtà. La prima tappa sarà ad Acireale, cittadina tipica del barocco siciliano che custodisce una importante realtà: il presepe settecentesco nella Chiesa di Santa Maria della Neve, dove si possono ammirare 34 personaggi – continua Livoti – che sembrano essersi fermati nel tempo. La storia di questo luogo ha inizio un sabato di fine estate del 1741, quando il sacerdote Don Mariano Valerio, di ritorno insieme ad altri suoi confratelli da un pellegrinaggio presso la vicina edicola mariana dedicata alla “Madonna dei Raccomandati”, fu costretto a rifugiarsi in quello che era un anfratto lavico tutt’altro che accogliente, perché sorpreso da un violento temporale. Mentre gli ecclesiastici si trovavano all’interno dell’oscura caverna, il Valerio, contemplando la profondità di quell’antro, fu come folgorato da un’ispirazione divina e maturò l’idea di realizzare di quel luogo “una grotta a somiglianza di quella di Betlemme”. Da quel dì, fu lo stesso Don Mariano Valerio ad occuparsi della realizzazione del progetto che giorno dopo giorno, superando varie difficoltà, andava compiendosi. Così, all’alba del 24 dicembre 1752, il sogno di questo prete, suscitato da una fede incrollabile, si avverò “fra i fumi di olezzante incenso e le gravi armonie dell’organo che si spandevano nella silenziosa campagna inaspettatamente popolata”; il tempio intitolato “Sancta Maria ad præsepe” è pronto per custodire in sé la rappresentazione dell’evento che cambiò la Storia. Al munifico canonico Mariano Valerio succedettero molti altri ecclesiastici che si adoperarono, tutti con zelo e fervente abnegazione, nel rendere questo luogo sempre più consono alla presentazione della Natività. Sicuramente fra di essi si distinse in quest’opera, quale “splendido benefattore”, Don Pasquale Abate Pennisi, figlio del Barone di Floristella, il quale, verso il 1820, ampliò la chiesa, costruendo l’attuale facciata e realizzando la volta in pietra pomice nera che oggi possiamo ammirare. Lo stesso Abate Pennisi incaricò, sin dal 1812, il valoroso ceroplasta locale Mariano Cormaci per arricchire il Presepe di nuovi personaggi. Questi fu seguito dall’artista romano Santi Gagliani, che proseguì la sua opera realizzando molte delle teste in cera che costituiscono l’elemento peculiare delle statue che compongono l’opera. In virtù della delicatezza stessa dei materiali con cui furono realizzate, fu più volte necessario restaurare l’insieme. Senza dubbio gli interventi più importanti e profondi furono due: il primo eseguito all’inizio del secolo dal valoroso artista in cera Giovanni Strano, il quale riportò all’antico splendore il presepe, che si presentava in pessime condizioni alla fine del periodo più oscuro della sua storia, nel quale venne chiuso a causa di una controversia di proprietà; il secondo, realizzato fra il 1979 e il 1984 dalla Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Catania, diede un impianto stabile al presepe, che fino ad allora veniva montato e smontato ogni anno nel periodo delle festività natalizie, evitando così che le teste in cera e le mani in legno subissero inevitabili danneggiamenti.
Successivamente, i soci andranno a Mineo, paese medioevale a poco meno di 30 km da Caltagirone, definita “città del presepe permanente”. La fantasia e la tradizione dei maestri artigiani, nella realizzazione di presepi, rendono il piccolo comune un luogo da visitare assolutamente, se non si vuole perdere la bellezza e la magia che le statue dei vari presepi suscitano. Inoltre, è presente il Museo Permanente del Presepe Diffuso. Importante anche il ruolo di Mineo nella storia della letteratura – conclude il presidente Livoti – poiché visiteremo “La Casa Museo” di Luigi Capuana, che ospita una collezione di 1918 libri e opere di vario genere in lingua esperanto, tra cui La Divina Commedia, Fontamara oppure il Libro Cuore di Edmondo De Amicis, il tutto per scoprire le origini del padre del verismo italiano””.