Regina Schrecker è nuovo Premio Muse 2017: una donna del panorama internazionale, figura che ha creato il sistema moda negli anni ottanta, icona ritrovata nelle tele del grande artista Andy Warhol. Domenica scorsa, al secondo “Notturno delle Muse”, l’appuntamento di inizio estate del Laboratorio delle Arti e delle Lettere “Le Muse”, la fashion designer ha letteralmente incantato con il suo fascino ed intelligenza il numerosissimo pubblico al giardino d’inverno del sodalizio reggino.
Una serata dalla grandi occasioni, ha ricordato il presidente Giuseppe Livoti, un vero e proprio evento che ha portato a Reggio Calabria,una star della creatività mondiale e Le Muse sicuramente crescono anche grazie all’attenzione di questi volti e nomi noti della cultura e dell’arte. Intervistata la Schrecker ha subito fatto memoria di quella che è stata la sua vita ricordando le varie scuole frequentate in Europa, in Italia approdando poi a Firenze, sua città di adozione. “Ho iniziato calcando le passerelle come modella e l’incontro con il re della Pop Art Warhol ha cambiato la mia vita. Oggi è tutto diverso”, commenta la nota stilista, la moda ha altre evoluzioni, occorre andare incontro alla gente, con idee semplici e chiare e spesso il -sistema moda-è finzione e non è accessibile a tutti. Dobbiamo promuovere le idee e le ditte di produzione italiana proprio per salvaguardare le nostre manifatture, ha detto in maniera chiara e decisa la Schrecker, non dimenticando la nuova generazione di creativi, oggi a volte pieni di sè, senza formazione e con la consapevolezza, errata, di essere già dei personaggi. Io ho frequentato la Factory di Warhol, seguendo un artista versatile, folle ma al tempo stesso umile, circondato da tante figure professionali in uno studio punto di incontro di artisti e musicisti.
La consegna del Premio Muse conclude un anno ricco di grandi accadimenti nella mia vita ha concluso la stilista: dal titolo di Commendatore della Repubblica Italiana assegnato a Firenze, alla mostra- evento a Mantova ideato sulla figura della sposa dal tempo dei Gonzaga alle mie attuali interpretazioni nella moda.
Dopo l’intervento della vice presidente Muse prof.ssa Teresa Polimeni Cordova, l’assessore dott.ssa Anna Nucera ha portato i saluti istituzionali dell’amministrazione comunale di Reggio Calabria e del sindaco Falcomatà ed ha ribadito come ormai “Le Muse” con il loro operato fanno parte integrante delle associazioni di livello che portano il nome della Calabria in grandi appuntamenti di chiara fama e dimostrano che la cultura è servizio ed amore per la città in cui viviamo.
“Momenti dell’ anima” ha dato il via ai vari settori della manifestazione. I ragazzi del Liceo Artistico Preti e del Convitto Campanella che hanno aderito al progetto teatro con il “Laboratorio Sole Luna del Centro Studi Quasimodo” diretto dall’attore e regista Enzo De Liguoro hanno ricreato ed estrapolato il canto delle sirene con un linguaggio e con una gestualità contemporanea dal lessico essenziale ed innovativo con contaminazioni linguistiche. Una sezione è stata dedicata alla città di Reggio Calabria attraverso i documenti storici commentati questa settimana dal direttore dell’Archivio di Stato di Rc dott.ssa Mirella Marra, che ha voluto presentare un momento di recupero della memoria architettonica della Reggio poco fruibile e dimenticata. La Marra ha raccontato la storia dal 1500 del Convento di San Francesco e della chiesa adiacente abbattuta nella seconda metà dell’800 per permettere il camminamento di sorveglianza dell’attuale carcere e del Tribunale dei Minori di Via Marsala. L’edificio di culto venne ricostruito sul Corso Garibaldi, abbattuto dal terremoto dal terremoto del 1908 e ricostruito nella forma attuale. L’antica chiesa però nelle navate laterali ospitava delle cappelle gentilizie tra cui quella dei Furnari e dei Laboccetta e negli atti notarili, nei disegni si evince come i Laboccetta avevano voluto decori in porfido rosso e nero.
Il creativo Francesco Logoteta –consulente di immagine – ha rivisitato gli anni ottanta in un momento vintage con modelle definite da acconciature che hanno messo in evidenza gli eccessi del periodo, le stravaganze, le esagerazioni tra cotonature e trucco accentuato con abiti da giorno, da cerimonia volti ad esaltare volumetrie e particolari sartoriali. Spazio anche per il momento aureo con l’orefice Remo Frisina che ha parlato di un simbolo che ha reso unico e riconoscibile la ditta “Chantecler” in tutto il mondo: la Campanella di San Michele… simbolo di gioia, fortuna e successo, ispirata per la creazione in oro diamanti e agata da un’antica leggenda caprese che ricorda San Michele che venne in aiuto di un pastorello disperato, in cerca della sua unica pecorella scomparsa sull’Isola di Capri, sfilandosi dal collo una speciale campanella per salvarlo da ogni pericolo. Altro momento la presenza del milanese Enzo Bollani, discendente diretto del pittore Georges Secan, graphic designer collaboratore di Lucio Dalla per quindici anni. Il giovane creativo ha raccontato del suo percorso nella progettazione stilistica e nella produzione di biciclette speciali sfociata rapidamente in un progetto in costante crescita, lontano dalla definizione di start up nella Bollani Biciclette, ispirata al mondo automobilistico.