Sguardi e volti intensi, che raccontano storie; immagini di paesaggi, di situazioni, di territori; animali che abitano i nostri mari e le nostre terre; terre lontane e vicine. La “Madre Terra”, protagonista della omonima mostra di foto del National Geographic (a lato, Sandro Santioli, Pianosa, copyright National Geographic – Bluoceans open exhbitions, Reggio Calabria 09.12.09 – 18.01.10), che, dal 9 dicembre, punteggiano il Corso Garibaldi di Reggio Calabria.
Ed è proprio questa unione, tra immagini suggestive e territorio, animato dalla gente che si sofferma e viene rapita da queste foto, uno degli aspetti che caratterizzano l’esposizione, che nasce, ancora una volta, dalla sinergia tra Bluocean e National Geographic, con il patrocinio del Comune.
Una unione riuscita, tra allestimento open space, nel centro storico, e bellezza e racconto attraverso fotografie che sono delle opere d’arte: gli scatti di 50 tra i fotografi più famosi del mondo, che si susseguono, portandoci in un viaggio tra i contenenti, tra 80 gigantografie che coinvolgono ed emozionano.
“Una foto è un attimo fuggente che diventa immortale”, dichiara Francesco Scarpino, amministratore unico di Bluocean, durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa.
“Una bella foto è sempre un racconto”, afferma il direttore del National Geographic Italia, Guglielmo Pepe. E le immagini in mostra raccontano la bellezza del pianeta, ma costituiscono anche un percorso in cui si “racconta una situazione, di popoli a rischio, di terre in cui le condizioni climatiche sono difficili, di specie a rischio”. Dunque, foto che “costituiscono un grande contributo per fare capire quali sono i problemi della nostra terra”, facendo anche “capire cosa ognuno di noi può fare per il pianeta”.
“Le immagini devono raccontare il luogo o il personaggio nella sua essenza”, spiega uno dei quattro fotografi italiani che partecipano con le loro opere alla mostra, Sandro Santioli. “Occorre cogliere la bellezza dei luoghi, ma anche il loro fragile equilibrio. Lavorando, entriamo a contatto con la gente, entriamo dentro quelle realtà”. E poi si sofferma sulla particolarità di una mostra all’aperto: “Nessuna galleria può far partecipi i cittadini delle immagini come la strada”.
Anche Pepe ha evidenziato la particolarità ed il significato di questo tipo di iniziativa.
E, a proposito di particolarità, ha anticipato che il prossimo anno, per la prima volta, il NG realizzerà una mostra all’interno dei Musei Vaticani: “è un progetto – dichiara il direttore – un’idea dei responsabili della parte etnologica dei Musei Vaticani, nell’ambito della ristrutturazione di un’area, molto bella, dove ci sono pezzi che vengono dai paesi più lontani della terra, di inserire un percorso fotografico, con le foto dei grandi professionisti della National Geographic. Momentaneamente è chiusa al pubblico, ma è un’area molto vasta, dove ci sono attualmente 80mila pezzi, che devono essere riordinati, quindi è un progetto che inizierà il prossimo anno, ma avrà un percorso molto lungo”.