“Per il settimo anno consecutivo, torna sulla sponda calabrese dello Stretto l’Horcynus Festival, evento dedicato alle arti performative organizzato da 15 anni dalla Fondazione Horcynus Orca. Il tema di questa edizione, che si è aperta nel luglio scorso a Capo Peloro (Messina) con il concerto dell’Orchestra del Teatro Cilea, sono le periferie e i margini, intesi non solo in senso geografico, ma anche come approccio non convenzionale ai linguaggi artistici e soprattutto come condizioni di disagio e di rischio esistenziale.
«Fin dalla prima edizione l’Horcynus Festival tenta di proporre una lettura dei fenomeni migratori in atto attraverso la lente dei linguaggi artistici sviluppati tra la sponda nord e sud del Mediterraneo. Fenomeni – spiega Gaetano Giunta, segretario generale della Fondazione di Comunità di Messina, che da anni co-organizza l’evento – che possono innestare trasformazioni sociali, culturali ed economiche indispensabili in territori tristi dal punto di vista demografico e dello sviluppo».
Dopo la due giorni dedicata alla sezione educational, che ha coinvolto gli studenti dell’Accademia di Belle Arti e del Liceo Scientifico “Alessandro Volta” in dibattiti e proiezioni di cortometraggi selezionati dal giornalista italo-iracheno Erfan Rashid al Festival “3 minutes in 3 days” di Baghdad, sabato l’Horcynus Festival si apre alla città con la mostra fotografica Oltre mare / Stesso mondo. L’esposizione a ingresso libero, in programma fino al 31 marzo (ore 10:00 – 13:00 e 16:00 – 19:00) nel foyer del Teatro Cilea, indaga il tema periferie attraverso le serie fotografiche Metanoia dell’artista egiziana Nermine Hammam e Positioning della fotografa palestinese Ahlam Shibli.
Martedì, alle ore 21, l’Horcynus si sposta all’Auditorium Zanotti Bianco (ex Cipresseto) per la prima regionale di La veglia, testo e regia di Rosario Palazzolo, con Filippo Luna, produzione Teatro Biondo Palermo. Lo spettacolo giunge a Reggio a pochi giorni dal debutto a Palermo. «Il nuovo spettacolo di Rosario Palazzolo è rabbioso, beffardo e struggente – racconta Massimo Barilla, direttore artistico della sezione teatrale del festival, MigrAzioni tra terre e mare – in cui l’ironia e la disperazione confluiscono nel medesimo fallimento, quello di chi immagina un qualsivoglia buon senso. Per noi è un onore proporlo al pubblico reggino, con cui l’8 marzo, durante la lettura scenica di ‘Nfernu di Salvatore Arena (con Salvatore Arena e Francesco Guzzo, musiche di Luigi Polimeni, scene di Aldo Zucco, regia di Massimo Barilla e Salvatore Arena, Mana Chuma Teatro Produzioni) abbiamo avviato una riflessione che parte proprio dagli stessi sentimenti che muovono lo spettacolo di Palazzolo».
Mercoledì, alle 21, al Miramare, chiusura in musica con Agricantus in concerto electro akoustikòs. Il tradizionale meticciato sonoro proposto dalla sezione Musica Nomade è affidato alla band siciliana (Anita Vitale, voce e pianoforte; Mario Crispi, strumenti a fiato etnici e arcaici, voce; Mario Rivera , basso acustico, voce; Giovanni Lo Cascio, percussioni etniche e drum set, special guest Enzo Rao, violino elettrico) che mixa suoni ancestrali e sonorità elettroniche a un’instancabile voglia di confrontarsi con realtà e culture diverse dalla propria, ferma restando la Sicilia come punto d’origine, di partenza e di apertura”.