I giovani scoprono una figura importante per il mondo della cultura: punti di riferimento che aiutano nella crescita culturale e di cui oggi, nella società, si sente la necessità. Ed un teatro affollato, per una due giorni di appuntamenti di alto livello.
Due elementi importanti, tra i tanti di una manifestazione che è stata ricordo, memoria, cultura. L’iniziativa dedicata a Sebastiano Di Marco, a vent’anni dalla scomparsa, ha coinvolto, stupito, emozionato. Coinvolto giovani e meno giovani, chi conosceva il docente e fondatore del Circolo del cinema “Chaplin” e chi lo ha scoperto in questa occasione. Stupito ed emozionato nel constatare l’attualità del suo pensiero, che traspare dalle sue opere, dalle sue poesie, lette da Daniela Pellicanò, dai ricordi di amici, che emergono dal documentario di Dario Liotta, dai testi, raccolti nel volume edito da Città del sole.
Uno, in particolare, prende vita per la prima volta sul palco del Cilea: a portarlo in scena, la compagnia Spazioteatro. Il titolo “Lsd” è l’acronimo di Liceo Scientifico Da Vinci, dove Di Marco insegnò: una scuola sognata, immaginata, tra rimandi letterari e cinematografici, ironica visione di un microcosmo che riflette la realtà esasperandola e virando anche nel grottesco. Per poi scoprire che forse si è trattato solo di qualcosa di immaginato. Forse.
Con l’adattamento di Gaetano Tramontana, le parole di Di Marco vengono sottolineate nella sua attualità; in scena viene resa la modernità della costruzione drammaturgica, evidenziandola attraverso gli inserti video o la versione rap di una parte del testo. Un’operazione riuscita, quella di rappresentare l’opera dell’intellettuale reggino, grazie sia alla regia dello stesso Tramontana che all’interpretazione degli attori della compagnia. Un bel debutto, per loro, sul palcoscenico più importante della città. Ed una bella risposta, da parte di un pubblico più attento di quanto si voglia credere.