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Tra tradizione ed espressività artistica

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All’insegna del Carnevale, ma anche “dell’osare nell’espressività artistica il voler essere altro da sé”. La manifestazione del Gran Carnevale delle Muse ha visto soci e simpatizzanti del sodalizio reggino, presieduto da Giuseppe Livoti, ritrovarsi insieme, lo scorso 8 marzo, in un momento di recupero di idee e di tradizione.
Un’espressività artistica che i soci hanno manifestato anche con le maschere indossate, da quelle di personaggi storici e non a figure-costumi della tradizione calabrese; coinvolti poi i poeti dell’area del reggino, che hanno ricordato i carnevali d’un tempo, ricchi dei valori della famiglia e del rituale legato alle pietanze della cucina locale.
La tradizione, invece, è stata quella di far presentare al numeroso pubblico i dolci del Carnevale, analizzati nelle varie forme, presentazioni e soprattutto diversità: dalla pignolata dell’area ionica a quella tirrenica, pietanze in cui anche l’agrume diventa il re della cucina tradizionale del Carnevale; frappe, chiacchere e tante altre denominazioni per dolci “poveri”, non elaborati, che hanno portato alla consegna del 1° Premio Mattarello D’Oro ad Anna Ferraro. La serata ha visto, infine, la conclusione di una mostra che ha suscitato grande interesse, quella dei carretti siciliani di Maria Pia Cristaldi, tra colori e sensazioni di una terra forse più avanti rispetto al Carnevale di tradizione, ovvero la Sicilia.

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