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Salani, un poeta per immagini

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Un poeta per immagini. Così i reggini avevano conosciuto, qualche mese fa, Corso Salani, durante un incontro promosso dal circolo del cinema Zavattini.

Aveva colpito la platea, con la sua pellicola, “Vite possibili”, con la forza di un cinema indipendente, caratterizzato da una grande voglia di conoscere e raccontare, con la naturalezza e cordialità nel descrivere il suo lavoro alle tante persone entusiaste della semplicità e incisività della sua opera.

Corso Salani è scomparso ieri, all’improvviso, a soli 48 anni.

Chissà quanti altri viaggi e quanti altri racconti, quanti altri volti e quante altre storie avrebbe potuto raccontare, con il suo sguardo curioso, originale, sensibile, soprattutto nel ritrarre il mondo femminile. Quello sguardo che gli ha consentito di creare – oltre a  tante incisive interpretazioni, come quella, straordinaria, ne “Il muro di gomma” – un patrimonio di film che attestano la capacità di un cinema indipendente di essere a volte più incisivo e vero del cinema tradizionale.

  1. L’avevo conosciuto durante una proiezione del suo lungometraggio Vite possibili al Circolo Zavattini di Reggio Calabria : mite, un pò timido, cortese geniale mi aveva colpito per le innovazioni introdotte nel suo modo di filmare e per l’assoluta attualità dei suoi temi, prevalentemente impostati sulla corrente crisi esistenziale e sociale. Avevo partecipato al dibattito con una richiesta su che cosa fosse il viaggio per lui. Al che aveva risposto che era scoperta sempre nuova, amore per la vita , ricerca e soddisfazione di molte curiosità. Quando ho saputo della notizia non riuscivo a crederci. Mi son detta: ora ha intrapreso un viaggio più importante e lungo che non riusciremo a vedere. Peccato , Corso, ci aveva conquistati la tua qualità di cineasta e di uomo contemporaneo credibile.
    Gae

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